Le 10 regole per farsi amare da Google
Google è il motore di ricerca e quindi è lui a dettare le regole, mentre i poveri webmaster sono costretti a seguirle. Se si contravviene le pene sono a volte molto dure, ad esempio la cacciata dalla SERP. Eccone alcune, ti basterà seguirle e probabilmente ti risparmierai l’ira funesta di Google.
- Link a pagamento con attenzione: Google odia i sotterfugi, non vuole essere preso in giro. È per questo che se decidi di inserire dei link a pagamento devi esplicitare che lo sono, aggiungendo magari diciture come sponsor o advertising, e aggiungere l’attributo rel=nofollow al link. In questo modo lo spider capirà più facilmente quali sono link naturali e quali no.
- Contenuto di qualità: Sì, proprio la solita solfa del contenuto di qualità. Non smetteremo mai di ripeterlo. Il contenuto scarso, che non dà informazioni, ma che ha il solo scopo di stare nella SERP non serve a niente. Quando scrivi per un sito web devi stamparti nella mente che una persona cercherà quel contenuto perché ne ha bisogno e non perché vuole leggere una serie di banalità inutili con il solo scopo promozionale.
- Link building: la link building serve, fa aumentare il page rank, diffonde il tuo sito. Ma deve essere naturale, il più possibile perlomeno. È inutile acquistare link a destra e a manca o partecipare a schemi di link. Google non solo se ne accorge, ma ti manda anche una bella segnalazione via e-mail dicendoti “Caro utente, ci siamo accorti delle tue tecniche scorrette. Fai attenzione!”. SearchEngineLand ha segnalato proprio questa eventualità in uno dei suoi articoli.
- Manipolare l’algoritmo: C’è chi cerca di capire come funzioni l’algoritmo di Google perché spera di poterlo poi manipolare a proprio piacimento. È impossibile. L’algoritmo è la base fondante del motore di ricerca. Magari per qualche tempo possono funzionare alcuni trucchetti, ma poi Google se ne accorge, tira fuori uno dei suoi temuti update e tutti gli sforzi vengono vanificati.
- Contenuti duplicati: Anche qui, possibile che ci sia qualcuno che ancora si affida al copia-incolla? Google disprezza chi non sa essere originale e scopiazza qua e là. Quindi la cosa importante da fare è evitare di copiare, controllare che già nel sito non siano presenti contenuti duplicati e controllare anche le URL e apportare le dovute correzioni utilizzando anche i canonical link.
- Keyword stuffing: È vero che i panini buoni sono ben farciti, ma non bisogna esagerare con l’imbottitura perché altrimenti si perdono i sapori. Con i siti web è lo stesso, va bene usare le parole chiave, ma in maniera equilibrata e sempre mantenendo il testo scorrevole e piacevole.
- Controllare per curare – webmaster tools: Google alla fine è magnanimo e ha messo alcuni utili strumenti al servizio dei webmaster: webmaster tools. Basta accedere e avrai a disposizione una serie di utilissime informazioni che ti permetteranno di monitorare la salute del tuo sito web e di curare immediatamente eventuali anomalie.
- Testo nascosto: è una pratica un po’ vintage, per non dire vecchia e sorpassata. Nascondere del testo è il primo segnale di allarme per lo spider di Google, lo vede come un tentativo di raggiro e come abbiamo già detto, proprio non gli piace essere preso in giro. Se ti viene voglia di nascondere del testo significa che è meglio non metterlo.
- Contenuto vecchio: quando si crea un sito lo si fa con le migliori intenzioni, facendo attenzione a design e contenuti, come anche alla scelta delle parole chiave. Poi però non lo si può lasciare lì. Va aggiornato e rinfrescato, perché Google ama le cose nuove, i contenuti freschi. Quindi di tanto in tanto, ma con una certa regolarità, pensa ad aggiornare il tuo sito, farai la felicità degli utenti e di Google.
- Pubblicità: a volte ce n’è proprio troppa. Apri un sito e trovi lunghi elenchi di banner e annunci sponsorizzati, fra i quali si intravede l’informazione che proprio ti serviva. È sbagliato per Google e frustrante per l’utente. Anche qui, come in ogni aspetto della realizzazione e ottimizzazione di siti web, ci vuole equilibrio. La pubblicità va bene, ma senza invadenza. Per quella è sufficiente la TV.
Per approfondire: